Ci hanno tenuto compagnia in questo periodo di isolamento, molti di noi gli hanno conosciuti proprio in questi mesi, per altri, invece, sono dei veterani, dei compagni di intrattenimento di ogni giorno. Sono gli youtuber, gli influencer, gli instagrammer, in sintesi produttori di contenuti creativi, i quali lentamente catturano sempre più attenzione da parte del pubblico, con risultati a volte superiori a quelli dei classici media televisivi. Sono sotto gli occhi di tutti, sono osservati, sono sempre più imitati, molti di loro sono dei veri e propri professionisti e pionieri di un settore relativamente nuovo e sconosciuto a molti. In un mondo che ha subito una “brusca rivoluzione” possiamo considerare queste figure come dei veri e propri lavoratori? Proviamo ad esplorare questi temi con Mattia Ferrari, meglio noto come Victorlaszlo88, youtuber con 206.000 iscritti, attivo su diverse piattaforme quali Facebook (oltre 44.000 like), Instagramm (oltre 41.000 follower) e Twich (oltre 10.000 iscritti). Con lui scopriremo i suoi esordi, alcuni aspetti della vita di un creatore di contenuti, nonché nuovi scenari e opportunità professionali che il mondo digitale sta svelando.
Quando e come ti sei avvicinato al mondo di youtube?
Inizialmente avevo un canale con un amico Marco, era l’estate del 2009. Facevamo video comici su vari argomenti, anche notizie del giorno. Eravamo piuttosto seguiti per l’epoca, non esistevano la community youtube come le intendiamo oggi, non si erano create ancora le fan base, non esisteva ancora l’idea del “seguo lo youtuber”, ma piuttosto “ogni tanto guardo i video di questo ragazzo”, il massimo era questo. Io ho creato il mio canale ad agosto del 2009. L’idea veniva da mia madre, un giorno mi disse: “tu che fai video con il tuo amico e sei molto appassionato di cinema, perché non fai un canale da solo su questo settore?” Io ho pensato subito che l’idea era davvero interessante ed il suggerimento arrivava da una persona completamente estranea a quelle dinamiche. Fu allora che registrai il mio primo video… ero talmente impacciato che ho pensato di lasciar stare. Successivamente, a gennaio 2010, ho effettivamente concretizzato la mia prima recensione, quella di Avatar: la cosa ha iniziato a prendere piede, la piattaforma youtube è cambiata pian piano, si sono create le varie fan base ed arriviamo ad oggi.
Quando hai iniziato, avevi presente che questa sarebbe potuta diventare una fonte di guadagno?
No, non pensavo assolutamente che sarebbe diventata una forma di guadano, non esisteva allora, come già detto, l’idea dello youtuber, ossia l’idea di una persona che potesse guadagnare facendo questo. Quando iniziarono ad arrivare le prime sponsorizzazioni per gli youtuber fu un disastro, la gente ti “dava” del “marchettaro” che faceva le cose per business e non per passione. Pian piano, poi, sempre più youtuber hanno iniziato a fare da sponsor ad aziende e la cosa si è più meno normalizzata, anche se ancora oggi per molti c’è l’idea dello youtuber come un fannullone, che sta seduto sulla sedia davanti ad una videocamera, parla e guadagna i milioni. Non è così, io, ad esempio, non guadagno milioni, ma guadagno abbastanza da potermi mantenere. Nel mio caso, inoltre, è arrivato anche altro: sono arrivate collaborazioni fisse con aziende, io sono anche “talent manager” presso Tom’s Network, il network che si occupa di youtube, a cui fa capo il sito di Tom’s Hardware, una realtà che esiste da molti anni, un sito inizialmente hitec, ma che poi ha sviluppato anche altre sezioni su fumetti, cultura pop in generale, videogiochi e quant’altro. Mi hanno scelto proprio in quanto youtuber che conosce e può gestire le esigenze dei propri colleghi. Youtube mi ha aperto le porte in altri ambiti, il grande valore di youtube per me è anche questo.
Quale e quanto (in termini di tempo) lavoro c’è dietro una tua pubblicazione?
Il mio caso è piuttosto particolare: io pubblico molto, dai 5 ai 7 video a settimana sul mio canale, più il canale WePlanet, il canale con cui collaboro da 7 anni. Le mie pubblicazione sono molto frequenti e facendo di base Vlog, in cui parlo di cinema e serie tv, posso permettermi di montarli molto poco. Anche perché io non credo molto nel discorso “troppo montato”. Ci sono dei video in cui “monto” un po’ di più, in cui faccio un po’ di show di spettacolo, che portano via anche 3-4 ore di montaggio, ma tendenzialmente sono per il “libero e sciolto”. In generale tra registrazione, editing, immagini di anteprima e pubblicazione per ogni video ci vogliono un paio d’ore. Come già detto, faccio anche un lavoro che riguarda youtube, ma in un’altra formula, che impegna gran parte della giornata, per questo registro i miei video più verso sera e spesso faccio 2-3 registrazioni al giorno per avere la “scorta”. Considerando tutto ciò lavoro “parecchio”, la mole di lavoro è tanta, nonostante “spendo” poco tempo per la post produzione.
Molti vorrebbero essere degli youtuber, degli influencer, instagrammer, ecc., ma non tutti ci riescono. Secondo te quali sono le componenti che fanno la differenza in questo settore?
Questa è una domanda davvero intelligente. Una volta tutti volevano diventare calciatori e attori, i ragazzini di oggi hanno come massima aspirazione quella di diventare youtuber, influencer o lavorare in questo campo. Non tutti ci riescono, secondo me, perché la cosa fallisce nel momento in cui tu la fai solo per diventare famoso o per avere soldi. Se fai questo lavoro solo per notorietà e per motivi economici, ma senza passione, non puoi riuscire. La passione è tutto, è la cosa più importante. Devi avere anche altri requisiti come la capacità dialettica ed un proprio stile (non c’è un modo di fare che funziona piuttosto che un altro), ma se lo fai perché ti piace, perché ti stai divertendo, quelli che ti osservano lo notano. Chi inizia adesso deve sapere che il pubblico si è abituato a degli standard qualitativi enormi: buon montaggio, buona qualità tecnica, talento, originalità, ma i requisiti fondamentali restano “credere in quello che fai” e “passione”, i primi a riconoscerlo saranno proprio gli spettatori.
Il mondo della scuola ti ha aiutato in quello che fai o è tutta farina del tuo sacco?
L’ambiente scolastico universitario è stato molto utile. Io ho iniziato a fare video al primo anno di università, “Lettere Moderne”, non mi sono laureato alla triennale perché ho avuto un blocco mio psicologico, mi veniva la nausea solo ad approcciarmi ad un libro di testo universitario, però frequentavo diversi corsi di cinema perché Lettere Moderne a Milano aveva molti corsi, gli stessi di Scienze dei Beni Culturali. Ho sfruttato quegli studi per parlare di alcuni film. Mi ha aiutato anche il liceo classico, un liceo che stimola molto al ragionamento e che ti consente di avere un linguaggio più “forbito”. Sono stato sempre un appassionato di miti classici,di letteratura in generale, è un qualcosa che si nota molto nei miei video, faccio sempre dei paragoni con certe opere. Concludendo, l’ambiente scolastico, su più livelli, non è stato un aiuto, è stato fondamentale!
Nell’immaginario collettivo, la gente comune fatica a percepire lo “youtuber” come un professionista od un lavoratore. Tu come ti definiresti?
Io mi definirei un creatore di contenuti. E’ vero sono uno youtuber, perché il mio core business è su youtube, ma la gente mi segue anche su Instagramm, su Facebook, su Twich. Io sono diventato noto per alcuni su youtube, ma poi mi sono spostato anche su altre piattaforme, la gente mi segue anche su quelle. Su ogni piattaforma vario i contenuti, su Facebook pubblico più riflessioni “sciolte”, su Instagramm parlo più di cose specifiche collegate alle foto che metto. Su Twich faccio trasmissioni in diretta, non parlo solo di cinema, parlo anche di altro, faccio cose che non faccio di solito sul canale youtube, sono anche meno serio. Su ogni piattaforme posso esprimermi in maniera differente.
Nel mondo aziendale e del business, invece, che spazio si stanno ritagliando gli youtuber?
Nel mondo del business gli youtuber sono considerati dei “cartelloni pubblicitari ambulanti”, sono ottimi per sponsorizzare i prodotti, ma non è solo questo il punto: pensiamo a creatori di contenuti come The Jackall che sponsorizzano molte aziende con una capacità incredibile, ma sono anche una casa di produzione. Ci sono altri che si ritagliano degli spazi molto ampi nell’intrattenimento, poi ci sono quelli come me, che sfruttano le loro conoscenze di youtube, per passare dall’altra parte della barricata: Ad esempio io faccio il talent manager per un network e quindi vedo come funzionano questi meccanismi dal lato delle aziende per seguire le attività commerciali di altri youtuber. E una cosa molto bella, io l’ho vissuta in prima persona, ma vedere il punto di vista dall’altra parte è molto affascinante. C’è poi chi entra nel mondo degli addetti ai lavori, come ho fatto anche io. Il mondo degli youtuber e dei creatori di contenuti in generale è un mondo appena iniziato e si sta evolvendo ad una velocità vertiginosa. Io penso che già nei prossimi anni vedremo tanti della vecchia guardia che svolgeranno professioni, sempre legate a youtube, ma magari più da un punto di vista del management. Tra un po’ credo che questo mondo si inizierà a studiare in maniera “massiccia” anche nel mondo dell’Università. Già ci sono dei corsi, in versione embrionale, non per diventare influencer, ma su come operare nel mondo del digital marketing, sfruttando le varie piattaforme. Molti ex youtuber sicuramente gireranno anche negli ambienti universitari. Siamo un po’ tutti dei pionieri, abbiamo iniziato quasi per gioco qualcosa che adesso è una professione, non ancora riconosciuta del tutto, ma che tra qualche hanno lo sarà, man mano che ci sarà il ricambio generazionale.
Posso farti una domanda indiscreta, tradotto in soldoni, uno youtuber medio affermato, ha un guadagno in linea, inferiore o superiore rispetto ad un impiegato o ad un operaio medio?
Dipende: uno youtuber come me, che nel suo ambito si è un po’ affermato, ti posso dire che guadagna bene, soprattutto grazie anche alle collaborazioni fisse. Se consideriamo invece gli youtuber seguiti da milioni di iscritti, parliamo di guadagni estremamente alti, è risaputo, ma bisogna avere un canale tanto tanto seguito.
La trasformazione digitale sta cambiando il mercato del lavoro con una velocità maggiore rispetto al passato, molti bambini faranno, da grandi, lavori che oggi nemmeno esistono e molti lavori che oggi esistono potrebbero non esserci più tra 5 anni. Sei in grado oggi di dirci cosa farai tra 5 anni?
Tra 5 anni penso che sarò sempre un creatore di contenuti, non ho intenzione di fermarmi. Io penso a Federico Frusciante, lui è molto amato e seguito. Lui ha più di 45 anni, io sono a malapena trentaduenne, ho ancora tanto da fare. Oltre a fare lo youtuber, sicuramente proseguirò la mia carriera nell’ambito nel management. Potrei anche creare qualcosa di mio, comunque sia vorrei proseguire un percorso nell’ambito di youtube e dei content creator a 360 gradi per molto tempo. Ci sarà un evoluzione sicuramente nel sistema ed io vorrei farne parte.
Secondo te, alla luce di quanto detto, si può vivere solo di pubblicazioni su youtube?
Io avrei potuto vivere solo di pubblicazioni youtube, tuttavia non sapendo come si evolverà il tutto, ho provato a fare qualcosa nell’ambito di youtube, andando oltre la semplice pubblicazione di video. Si può vivere di pubblicazioni youtube, ma tenendo presente che tutto sta cambiando rapidamente, e quindi bisogna avere un “backup a garanzia”. Molti iniziano da ragazzini, ma poi dopo 10 anni cosa hanno in mano ? Il valore che ti lascia youtube è proprio quello di poter fare una serie di professioni come addetto ai lavori. Io ho anticipato i tempi, continuando a essere uno youtuber. E ‘ possibile fare entrambe le cose, bisogna organizzare bene il tempo: io di giorno faccio l’addetto ai lavori, di sera faccio il creator… ce n’è di lavoro da fare! Io sono uno che non riesce a stare con le mani in mano, mi sento estremamente soddisfatto di quello che sto facendo!